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al testo di Adielle
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Di vena in vena si curva la mia schiena senz'altro controllo che una resa vocabolario di una pelle sconosciuta e sincera come una canzone sentita per radio durante una fuga in autostrada senza abbandono dove il percorso s'avvera nei giri del motore è serpe in seno il suo ululare intermezzo e fremito di discorsi fatti lembo da strappare a mente fredda per scoprire la carne nuda e cruda e più costante della svolta delle ossa interrotte lungo le gradinate di un corpo stornato delle sue falangi acute curva dopo curva frastuono dopo frastuono sulla punta di un ago trafitto il centro anche i lati cadranno come petali di uno stesso fiore che stenti a chiamare rosa senza rimorso seppure vuoi colorarla di rosso perchè tenga il tempo in suo cupido potere per il giro di una danza almeno da spartire con chi ti abbia preso il cuore in una morsa bianca e fredda ma il sole non aspetta e tira calci sull'asfalto che raggruma perdiamoci ancora prima che venga sera a liquidare i nostri pensieri passati al setaccio delle voglie fiordaliso lasciati stillare in vano su pietra antica per spezzare le radici di una schiavitù nemica dei sogni più selvaggi dell' età adulta chi ha deciso che fossi bella ha avuto coraggio a insegnarti come camminare per il mondo senza mai andare adagio e rischiando gli sguardi come vesti cucite addosso quello che posso fare è chiudere gli occhi e tenermi di lato fino a quando il corso degli eventi non mi avrà sorpassato sulla corsia d'emergenza una ciglia per volta.
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